Stazione Leopolda - Viale Fratelli Rosselli, 5 - Firenze -
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GIOVEDÍ 17 MAGGIO 2007 ORE 21.30 concerto PETER BRÖTZMANN JOE McPHEE QUARTET Peter Brötzmann (sassofoni, tarogato) Joe McPhee (sassofoni, tromba) Kent Kessler (contrabbasso) Michael Zerang (batteria) |
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Un superquartetto, un’autentica “all stars” del new jazz che allinea i talenti di
Peter Brötzmann e Joe McPhee, due musicisti
attivi dalla metà degli anni ’60 ed ancora sulla cresta dell’onda per creatività ed
ispirazione, due maestri insuperati divenuti punti di riferimento per le generazioni successive. Brötzmann e McPhee suoneranno per la prima volta insieme in Italia, a dispetto di un lungo legame, che nel tempo li ha visti accanto numerose volte, tanto in ensemble allargati che nel quartetto con cui sono attesi a Fabbrica Europa, che ha all’attivo il pregevole cd “Tales Out Of Time” pubblicato dall’etichetta Hatology. Il quartetto di Peter Brötzmann e Joe McPhee propone una musica di grande impatto, un magma sonoro che coinvolge all’istante dove si bilanciano maestria strumentale ed interplay, comunicazione istantanea tra i musicisti e ricerca di nuove possibilità espressive. Sassofonista, clarinettista, solista di tarogato (lo strumento ad ancia tipico della musica popolare ungherese) Peter Brötzmann è sulle scene dalla metà degli anni ’60 quando si distinse come solista e compositore, ed anche come organizzatore, tra i fondatori della Free Music Production di Berlino, attiva come etichetta discografica e centro di coordinamento tra i musicisti. Del 1968 è uno dei dischi cruciali della produzione di Brötzmann, “Machine Gun”, così chiamato per via del soprannome dato dal trombettista Don Cherry al sassofonista per il suo stile travolgente, e registrato con un ottetto che proponeva una sintesi perfetta dell’eredità del free jazz storico ed il nuovo vocabolario dell’improvvisazione europea. Inoltre Brötzmann ha collaborato con la Globe Unity Orchestra, con l’ICP Orchestra, proseguendo fino alla prove con Bill Laswell, Sonny Sharrock e Ronald Shannon Jackson nel celebrato ensemble Last Exit. Peter Brötzmann ha continuato la sua attività negli ultimi venti anni affrontando nuovi contesti sonori, collaborando con musicisti più giovani di cui è stato uno degli ispiratori principali. Una delle scene più frequentate da Brötzmann è quella del new jazz di Chicago, dove ha fondato il Peter Brötzmann Chicago Tentet, uno degli ensemble più celebrati dell’attualità; ugualmente è stato impegnato a New York, con colleghi quali William Parker, Hamid Drake, Nasheet Waits, ed ha continuato a collaborare con musicisti europei in numerosi gruppi, cercando, anche in questo caso, il confronto con le nuove generazioni. Peter Brötzmann è anche attivo come pittore ed artista visivo, particolarmente apprezzato, ed i suoi lavori sono stati esposti in prestigiose gallerie. Sulle scene musicali da oltre trenta anni e con un una discografia che vanta più di sessanta titoli Joe McPhee iniziò la sua attività a New York, debuttando nel 1967 nel disco “Freedom And Unity” del trombettista Clifford Thornton. I primi dischi solisti di McPhee risalgono al 1969 e nel 1974 iniziò la sua collaborazione con l’etichetta svizzera Hat Hut, divenuta ora uno dei marchi più prestigiosi ed attivi del jazz contemporaneo ma ideata originariamente da Werner X. Uehlinger esclusivamente per documentare la musica di McPhee. Per la Hat Hut McPhee incise opere che sottolineavano l’intensità delle sue performance in cui si alternava a differenti strumenti: sax tenore, trombone, tromba, percussioni e tastiere, mostrando una musicalità originale e matura, una sintesi completa di emozione e ricerca di nuove forme. Negli anni ’80 McPhee, stimolato dalle collaborazioni con la compositrice Pauline Oliveros e dalle letture degli scritti del filosofo Edward De Bono, teorizzò la Po Music, dove Po sta per “Positivo, Possibile, Poetico” ed indica un “processo per muoversi da un insieme di idee in un tentativo di scoprirne di nuove”. Negli anni ’90, grazie ad una serie di collaborazioni la musica di McPhee è al centro della nuova scena del jazz: McPhee ha inciso in compagnia dei musicisti del nuovo jazz di Chicago, con Ken Vandermark e Jeb Bishop, collabora con il Chicago Tentet di Peter Brötzmann, con William Parker, con il gruppo norvegese The Thing del sassofonista Mats Gustaffson, e continua come leader di numerosi progetti. La sezione ritmica del Peter Brötzmann & Joe McPhee Quartet composta da Kent Kessler al contrabbasso e Michael Zerang alla batteria è tra le più affiatate del attive del nuovo jazz di Chicago. Kessler è membro stabile dei Ken Vandermak Five, ed oltre a suonare in gruppi di Chicago ha collaborato con musicisti europei come il pianista Misha Mengelberg, il batterista Han Bennink, il sassofonista Daniele D’Agaro. Michael Zerang, uno dei batteristi più ricercati della windy city è attivo di fianco a leader quali Fred Anderson, Ken Vandermark e collabora, come McPhee e Kessler, con il Chicago Tentet di Peter Brötzmann. Lo swing che offrono Kent Kessler e Michael Zerang si apprezza per pulsazione ed originalità, per un incedere ricco di potenza, colori e sfumature. |
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Biglietto 15,00 euro - Ridotto 12,00 euro |
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